Il
suddetto concerto – eseguito a voci dispari dalla corale polifonica
parrocchiale, diretta dalla maestra Annamaria Lecce – ha fruito anche della
presenza qualificata di diversi professionisti, che si sono cimentati al
pianoforte, al violino, alla viola, al flauto e alla zampogna, offrendo così ai
presenti un ricco ed assortito repertorio di canzoni natalizie della tradizione
italiana, inglese ed americana.
Veramente
in tanti hanno preso parte al singolare evento parrocchiale, gremendo l’antico
tempio fino a sotto il grande porticato parrocchiale: autorità religiose,
civili e militari, persone singole e gruppi familiari, rappresentanti delle
istituzioni, movimenti e associazioni, con la presenza di tanti giovani e
adulti.
Salutando
i presenti, il parroco don Giuseppe Costantino Zito ha opportunamente
evidenziato come il conseguimento della pace costituisca «l’aspirazione di ogni
individuo e di ogni popolo, ancor più nel tempo che stiamo attraversando. La
pace e la stabilità internazionale diventano possibili solo a partire da
un’etica globale di fraternità, di solidarietà e di cooperazione, posta al
servizio di un futuro, modellato sull’interdipendenza e sulla corresponsabilità
dialogica dell’intera famiglia umana».
E
richiamando gli accorati appelli alla pace di papa Francesco, ha poi espresso
un commosso auspicio: «le nostre note musicali vorrebbero stasera raggiungere
ogni angolo della terra, particolarmente la nazione Ucraina, e rimuovere anche
soltanto per un po’ la sofferenza dell’umanità, colpita dalla violenza delle
guerre, sull’esempio degli angeli che, nella notte di Betlemme, seppero essere
cantori stupendi e testimoni luminosi di pace!».
Ha
infine concluso, affermando così: «nella nostra esperienza di credenti noi
facciamo costante memoria di Cristo, che ha donato la sua vita per la nostra
riconciliazione. La Chiesa quindi partecipa pienamente alla ricerca di un
ordine giusto, continuando a servire il bene comune e a nutrire la speranza
della pace, attraverso la trasmissione dei valori cristiani, l’insegnamento
morale e le opere sociali, di educazione e di carità».
È stato un momento comunitario di grande coesione sociale, come pure di alto profilo artistico e spirituale, apprezzato da tutti.
Fonte: Nuovo Dialogo
Giornale dell'Arcidiocesi di Taranto dal 1964
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