Il Santo Patrono "San Gaetano"



NASCITA E INFANZIA
Gaetano nacque a Vicenza ai primi di ottobre del 1480 dal conte Gaspare e dalla contessa Maria Porto. Essi eran detti Conti di Thiene, o semplicemente Thiene, perché avevano dei possedimenti nella zona territoriale di Thiene, paesini della provincia di Vicenza. Al fonte battesimale gli fu imposto il nome di Gaetano, in ricordo di uno zio canonico, chiamato così per essere nato casualmente a Gaeta. Gaetano aveva due fratelli maggiori di lui, Giovanni Battista ed Alessandro. Trascorse diversi anni della sua infanzia insieme alla madre ed al fratello Giovanni Battista. Alessandro morì prematuramente. All’età di due anni gli morì anche il padre, ch’era capitano, mentre combatteva in difesa del Papa contro Alfonso d’Aragona. Anche a Rampazzo i suoi genitori avevano vasti possedimenti e un castello feudale: lì, Gaetano, nel silenzio della natura, amava meditare e scoprire la volontà di Dio nei suoi riguardi. La mamma gli diede una educazione signorile e cristiana. Il ragazzo era d’indole buona, virtuosa ed incline allo studio: aveva sempre un angelico sorriso e un particolare amore per i poveri.

LAUREATO IN GIURISPRUDENZA E PROTONATARIO APOSTOLICO
A Vicenza frequentò le scuole primarie, a Padova quelle secondarie e l’università. A 24 anni nell’Università di Padova conseguì la laurea in Utroque Iure, cioè in Diritto civile e canonico. A Vicenza, fu iscritto nell’Albo dell’Ordine degli Avvocati (17/07/1504). A Padova, studente universitario, mai smise le sue belle abitudini di preghiera, di raccoglimento, e le sue visite agli ospedali e alle chiese. Ispirato di recarsi a vivere a Roma, nel 1507 fu onorato  dal Papa Giulio II del titolo di Protonotario Apostolico, per cui scriveva i Brevi, le Bolle, le Lettere Apostoliche, le concessioni, le nomine dei Vescovi e le udienza dal Papa. Aveva un buon stipendio, poteva vivere una vita agiata, ma il suo intento principale era beneficiare i poveri e gli ammalati. L’Ufficio di Protonotario Apostolico, oltre ad assicurare prebende e benefici  ecclesiastici, era il viadotto per giungere all’episcopato e al cardinalato ma, Gaetano di concessioni avute, se ne sbarazzò subito.

PACIERE TRA VENEZIA E IL PAPA
Il 13 giugno 1509 il Papa Giulio II lancia la scomunica contro la Repubblica di Venezia perché si è impossessata di alcune terre di Emilia e Romagna, appartenenti alla Chiesa. Gaetano, perché oriundo delle Venezie si dispiace della scomunica, ma è anche ossequietissimo al Papa. Con la sua signorile e cattolica diplomazia riesce ad appianare le difficoltà, riduce Venezia all’obbedienza al Papa e fa togliere la scomunica.

LA COMPAGNIA DEL DIVINO AMORE E GLI OSPEDALI DEGLI INCURABILI
A Roma, Venezia, Vicenza e Verona fonda le Compagnie del Divino Amore e gli Ospedali  per curare gli incurabili, ossia i sifilitici o male gallico. Le Compagnie del Divino Amore si proponevano di piantare nei cuori degli associati il Divino Amore, ossia la carità, ma miravano anche a rendere gli stessi associati disponibili all’assistenza degli incurabili.

SACERDOTE DELL’ALTISIMO
Maturato l’altissimo ideale di essere sacerdote di Dio, ottenuta la dispensa dal Papa Leone X di essere ordinato in tempo brevi, nonostante le difficoltà frapposte dalla mamma, il 30 settembre del 1516 fu ordinato sacerdote da S. E. Francesco Berthelay, Vescovo di Milotamo, sede titolare di Creta, nella sua Cappella privata, si suppone, di Roma. Aveva 36 anni. Dopo tre mesi di preparazione e sette giorni di digiuno, celebrò la sua prima S. Messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore, all’altare del Presepio, pare il 6 gennaio del 1517. Nel giorno anniversario della sua prima Messa, nella stessa Basilica di S. Maria Maggiore, all’altare del Presepio, nel momento storico della nascita di Gesù, presente numerosa folla, gli apparve la Madonna e lo invitò a ricevere tra le sue braccia il Bambino; avendolo visto titubante, San Giuseppe lo incoraggiò. La S. Messa era il centro della sua vita, spesso fu visto piangere, si sentiva indegno di toccare e ricevere il Corpo del Signore.

FONDATORE DELL’ORDINE DEI TEATINI O CHIERICI REGOLARI
Questa è la più grande opera di D. Gaetano. I motivi che spinsero Gaetano a fondare quest’Ordine furono due:  opporre al monaco agostiniano ribelle, Martin Lutero, una schiera di Religiosi fedeli al Papa e dare alla Chiesa una schiera di sacerdoti modello. Teatini viene dal nome latino della città di Chieti, Teate Marrucinorum, della cui diocesi era stato Vescovo uno dei Cofondatori, Gian Pietro Carafa, futuro Papa Paolo IV. Gli altri due Cofondatori furono De Collis e D. Paolo Consiglieri. Il 24 giugno 1524, Clemente VII, col Breve Exponi nobis approvava la Regola dei Chierici Regolari o Teatini, che è un connubio di vits religiosa contemplativa e di vita sacerdotale attiva. Come religiosi, oltre ai voti di obbedienza e castità, fanno voto di alta povertà, rinunziando ai possibili redditi familiari, a benefici, prebende e perfino alla mensa del Signore, ossia alle questue, come quelle dei Frati Mendicanti, confidando solo nella Divina Provvidenza e, come sacerdoti, nei frutti del lavoro pastorale. Così, avuta l’approvazione della Regola, all’aurora del 14 settembre, i quattro Cofondatori, nella Basilica di S. Pietro, presente numeroso popolo e il Capitolo Vaticano, emettevano solennemente i voti di povertà, castità e obbedienza nelle mani del Delegato Pontificio S. E. Mons. Gian Battista Bonciani, che celebrò la messa all’altare di S. Andrea.

DEVOTISSIMO DI S. FRANCESCO D’ASSISI
D. Gaetano, come S. Francesco, amava molto Gesù Bambino, il SS. Crocifisso e la Madonna; come lui, era innamorato della povertà. Prediligeva i Frati Francescani e nel desiderio di riforma di Fra Matteo da Basso, Gaetano vide un buon segno di Dio. Difficilmente sarebbe stato approvato e costituito l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini senza l’aiuto diplomatico suo e quello del Cardinale G. Battista Carafa.

I MONTI DI PIETÀ
Un’altra sua attività furono i Monti di Pietà. Erano Banche Popolari che distribuivano sussidi in denaro alla gente povera, senza interessi o con piccole restituzioni. Con buone parole Gaetano otteneva dai nobili e dai ricchi grosse somme di denaro che impinguavano tali Monti di Pietà. A Napoli, Roma, Veneziae altrove, se c’era D. Gaetano, fiorivano tali Banche Popolari.

PROMOTORE DEL LAICATO CATTOLICO
Mediante le opere caritative e sociali, come l’assistenza negli Ospedali degli Incurabili, come le Compagnie del Divino Amore, come i Monti di Pietà, molti laici furono impegnati da Gaetano per diffondere il Regno di Dio; in modo particolare ciò avvenne in tempo di fame e di carestia, nel tempo della guerra tra Napoletani e Spagnoli e durante il “Sacco di Roma”. I laici, diretti e capitanati dai Teatini, sia nei reparti maschili che femminili degli ospedali e Case degli incurabili, con gran cuore aiutavano i pazienti e li curavano. D. Gaetano, anche nella tarda età, convinceva i ritrosi, indossando panni di tela rassettava i letti, spazzava le corsie, fasciava le piaghe, accudiva al bucato, di notte assisteva i moribondi, facendo loro pregustare il Paradiso.

DIRETTORE SPIRITUALE E RIFORMATORE DI ISTITUTI RELIGIOSI FEMMINILI
Nel dirigere le anime trasfondeva in esse  la sua spiritualità Cristocentrica: l’Amore e la Volontà di Dio, l’amore alla Croce e alla Passione di Gesù Cristo, l’Amore a Gesù Bambino e alla Povertà, l’Amore alla Purezza usando il metodo preventivo, cioè preghiera, penitenza, digiuno. Fu quindi Riformatore silenzioso degli Istituti religiosi femminili, ispirandoli o alla regola di S. Benedetto o a quella di S. Domenico o a quella di S. Francesco d’Assisi.

VITTIMA D’AMORE
Carlo V d’Asburgo, dopo aver conquistato l’Italia Meridionale, voleva appropriarsi anche dell’Italia Settentrionale, ove c’erano le terre della Chiesa. Vassallo  di Carlo V era D.  Pedro di Toledo, il quale, per fare oltraggio al Papa, mandò i furibondi Lanzichenecchi per mettere a sacco e fuoco Roma. È il celebre “Sacco” di Roma. Migliaia di romani, donne,vecchi, giovani, fanciulle, religiosi, suore, furono seviziati e uccisi. Anche D. Gaetano capitò nelle loro grinfie, fu preso, sospeso ad una trave, malmenato e offeso nella sua umana dignità. Miracolosamente fu liberato da un amico. La guerra continuò; non essendoci altro modo per ottenere la pace a Roma e all’Italia, Gaetano si offrì vittima al Signore. Erano le ore 19 del 7 Agosto 1547, mentre Gaetano a Napoli rendeva la sua bell’anima a Dio, gli ambasciatori napoletani, andati da Carlo V, tornavano felici di aver concluso le trattative di pace. Gli storici affermeranno poi che la pace era stata un dono del cielo, ottenuta per intercessione di D. Gaetano. Alla morte di Gaetano la pace trionfò e “tutti si acquietarono” anche la Bolla della sua Canonizzazione mette in risalto l’interdipendenza tra la sua morte e la fine della ostilità tra Napoletani e Spagnoli. In Gaetano morto tutti videro un Santo. Era vissuto 67 anni con 30 di sacerdozio e 23 di professione teatina.

PER TRE ORE MISTICAMENTE SOFFRE CON CRISTO
Prima di morire, il Thiene, innamorato di Cristo, vide il Redentore con la croce sulle spalle e sentì dirgli: “poiché a te piacque di imitarmi, io voglio darti una prova sensibile di come il mio Cuore si sia compiaciuto della tua carità”. Infatti lo stese sulla Croce e misticamente gli fece soffrire per tre ore le stesse asprezze della sua penosissima Agonia.

AUTOREVOLI TESTIMONIANZE
L’illustre francescano S. Pietro d’Alcantara, nel momento della morte di Gaetano, esclamò: “Ohimè, in questo momento in un punto della terra è mancata una forte colonna della Chiesa”. S. Andrea Avellino di Lui dirà: “Gaetano è grande dinanzi a Dio e tiene in cielo il posto nel coro dei Serafini”.

BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
Urbano VIII lo proclamava Beato l’8 ottobre 1629.
Clemente X lo proclamava Santo il 12 aprile 1671.

PROVE DI SANTITÀ
Molte grazie e prodigi, ottenuti dai suoi devoti, si raccontano operati dal Signore per sua intercessione. Sulla mensa dei Padri Teatini un giorno non c’era alcunché per la refezione. A mezzogiorno D. Gaetano, superiore,  invita i Padri a recarsi ugualmente a tavola, quand’ecco suonare il campanello della portineria: il cuoco vi si reca e un bel giovane gli presenta una cesta di pane fresco, poi sparisce. Chi mai avrà portato questa cesta di pane fresco? Un messo della Divina Provvidenza, mandato per premiare l’amore alla santa povertà di Gaetano e dei Padri Teatini. Un chierico Teatino, affetto da una non precisata infermità mentale, doveva essere dimesso temporaneamente dalla Casa religiosa per fargli cambiare ambiente e aria, sperando nella sua guarigione con quest’ultimo espediente. D. Gaetano, il padre buono, pur avendo dato il suo consenso per la dimissione, in cuor suo ne soffriva e non ne era del tutto contento; la notte precedente alla dimissione la passò tutta a pregare e la mattina, prima di chiedere notizie sulle condizioni di salute dell’infermo, disse: “Il Signore, per sua Misericordia, mi ha esaudito e me lo ha ridonato”, cioè aveva guarito il suo figliolo. Infatti il chierico, appena sveglio, si ritrovò perfettamente sano: non ci fu bisogno di partire e in seguito divenne anche sacerdote. Una gentildonna Veneziana era ormai in fin di vita. Fu chiamato d’urgenza, per i conforti religiosi il suo Padre spirituale, D. Gaetano, il quale, oltre alla S. Comunione, portò anche una reliquia dell’Apostolo S. Andrea. Il Thiene, pregando fervorosamente Iddio e toccando quella gentildonna con la reliquia di S. Andrea, riuscì ad ottenerle l’immediata guarigione.

CULTO DI LIZZANO A S. GAETANO
Nel periodo che va dal 1600 al 1800 sulla cattedra di S. Cataldo a Taranto sedettero quattro Arcivescovi Teatini o Chierici Regolari, appartenenti all’Ordine fondato dal Beato Thiene: Tommaso Caracciolo, Francesco Pignatelli, Giovanni Rossi e Saverio Mastrilli. Non era possibile che Essi non facessero conoscere e amare il nostro Beato. A diffondere in Lizzano il culto al Baeto Thiene concorsero i Padroni della Terra di Lizzano, i Duchi Sigismondo, Francesco e Ottavio Clodinio, di origine polacca (Klodzinsky), che avevano comprato tale feudo, e due altri Teatini, Carlo e Girolamo, della stessa famiglia Clodinio, il primo Preposito Generale, il secondo Teologo insigne. I Duchi Sigismondo, Francesco e Ottavio Clodinio, im un primo momento riparano la vecchia Chiesa Matrice, in un secondo momento costruirono la nuova Chiesa Matrice di Lizzano e l’arricchirono di un altare di marmo dedicato al Beato e della statua dorata, tuttora esistente. Di queste notizie storiche ne fa fede un distico latino trovato sul frontespizio della Chiesa Matrice che in italiano suona così:
IL DUCA SIGISMONDO VOLLE OFFRIRE QUESTO TEMPIO.
IL FIGLIO DUCA FRANCESCO LO INIZIÒ.
IL FIGLIO OTTAVIO LO COMPLETÒ.
Il castello che attualmente si trova di fronte alla Chiesa Matrice era dei Duchi Clodinio.

S. GAETANO THIENE PATRONO DI LIZZANO

Nel 1656 il flagello della peste fece strage in tutto il Regno di Napoli; miracolosamente esso non colpì Taranto né i casali vicini, come Lizzano e Monteparano. Per riconoscenza al Santo Thiene, a cui le popolazioni si erano rivolte per ottenere la grazia della liberazione dalla peste, Taranto se lo scelse come Compatrono, Lizzano e Monteparano lo proclamarono loro Patrono Principale. Lizzano poi ha scelto S. Pasquale Baylon, Frate Minore, come Compatrono, e ciò fa sì che i fedeli delle due parrocchie, uniti in un solo palpito nella Comunione dei Santi, venerando questi due Intercessori Celesti, vengono condotti a Gesù Cristo, Autore della salvezza, Redentore del mondo, Centro di ogni spiritualità.

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